Il calazio è un nodulo che si forma all’interno della palpebra superiore o inferiore a causa di una infiammazione delle ghiandole palpebrali.
Questi noduli, simili a cisti, si formano all’interno di ghiandole palpebrali che servono per produrre grassi (ghiandole di Meibomio).
All’interno di un calazio possiamo ritrovare pus e quelle secrezioni grasse (lipìdi) che normalmente aiutano a lubrificare l’occhio ma che, per l’ostruzione della ghiandola che li contiene, non possono più defluire.
Molti calazi finiscono per drenarsi spontaneamente, risolvendosi senza trattamento. Tale processo viene facilitato da impacchi caldo-umidi sull’area in cui è presente il calazio.
Tuttavia, alcuni calazi persistono per diverse settimane e crescono fino a creare dei disagi estetici significativi. I calazi più grandi, inoltre, possono premere sulla cornea, determinando una temporanea irregolarità sulla superficie dell’occhio e inducendo, così, un difetto visivo noto come astigmatismo, che causa una relativa diminuzione della vista.
Se il calazio non si risolve spontaneamente, può essere necessaria l’asportazione chirurgica.
Perché si forma il calazio?
Non sempre è possibile identificare una causa per il calazio. Tuttavia, i calazi sono più comuni nei pazienti con blefarite (infiammazione delle palpebre) e con rosacea.
Esiste una predisposizione genetica alla formazione di calazi, con conseguenti calazi ricorrenti.
Esiste una correlazione tra calazio e cattiva alimentazione (ricca di dolci e insaccati).
Strofinare le palpebre con le mani sporche può favorire la formazione di calazi.
Quali sono i sintomi?
Gonfiore, arrossamento, dolore, percezione al tatto di un nodulo palpebrale. Un calazio particolarmente grande modifica l’apertura della palpebra e può premere sulla cornea alterando temporaneamente la vista.
Come si cura il calazio?
In coloro che sono inclini a sviluppare calazi si consiglia come prevenzione l’uso di prodotti per l’igiene palpebrale, in gel o salviette.
Il trattamento del calazio prevede l’applicazione di impacchi caldo-umidi (acqua calda bollita) con un bastoncino di cotone (cotton-fioc) sulla parte esterna della palpebra chiusa, per dieci minuti, due volte al giorno, seguiti da un antibiotico in unguento oftalmico, da applicare anch’esso con un bastoncino di cotone due volte al giorno per 10 giorni. A volte viene prescritto anche un antibiotico per via orale. La risposta del calazio all’antibiotico è maggiore quando il calazio è in fase acuta.
I calazi piccoli e poco appariscenti possono non richiedere alcun trattamento. Tuttavia, alcuni calazi, causati dall’ostruzione completa di una ghiandola palpebrale, non si risolvono da soli. Questi possono rimanere a tempo indeterminato o addirittura crescere.
Nel caso in cui ci si trovi di fronte ad un calazio esteticamente fastidioso e insensibile al trattamento, è possibile sottoporsi ad un intervento chirurgico in anestesia locale per l’asportazione.