LE BLEFARITI

Con il termine generico ‘blefarite’ si intende una infiammazione acuta, ricorrente o cronica della palpebra e di tutte le sue componenti (mucose, ghiandole di Meibomio) che può avere differenti cause e sintomi.

La blefarite è tradizionalmente differenziata in base alla sede in anteriore e posteriore (a seconda del versante palpebrale coinvolto) o mista.

BLEFARITE ANTERIORE

E’ spesso causata da infezione stafilococcica, da seborrea o da infestazione da acaro demodex. I sintomi, causati dall’alterazione dell’equilibrio della superficie oculare e spesso percepiti maggiormente al mattino da paziente, comprendono bruciore, fotofobia, sensazione di corpo estraneo, arrossamento del bordo palpebrale. Questa forma di blefarite può associarsi a congiuntivite cronica, presenza di scaglie o croste attorno alla base delle ciglia, presenza di calazi ed orzaioli.

La dermatite atopica è una condizione predisponente per questo tipo di blefarite. La blefarite seborroica si associa spesso a dermatite seborroica generalizzata, caratterizzata da ipersecrezione sebacea con cute grassa e desquamazione di volto, sopracciglia, cuoio capelluto, cute retroauricolare. La blefarite da acaro demodex colpisce invece soprattutto la fascia di popolazione più anziana e la desquamazione delle palpebre è simile alla forfora.

BLEFARITE POSTERIORE

La blefarite posteriore è spesso correlata ad una disfunzione delle ghiandole di Meibomio e ad una alterazione quantitativa e qualitativa delle loro secrezioni con deficit della fase lipidica lacrimale. La disfunzione delle ghiandole di Meibomio è associata a diverse patologie e condizioni, quali irregolarità del bordo palpebrale, squilibri ormonali, sindorme di Sjorgren, disordini autoimmuni, allergie, esiti di chirurgie oculari, uso di farmaci, uso di lenti a contatto.

DIAGNOSI E TERAPIA

La blefarite si diagnostica durante la visita oculistica attraverso l’esame obiettivo e alla lampada a fessura.

La blefarite è una patologia cronica che facilmente può peggiorare se non curata. Il trattamento può migliorare i sintomi ma non sempre può eradicare totalmente la malattia. La logica è quella di trattare i sintomi della blefarite ponendo attenzione ad alcuni fattori specifici migliorabili con una terapia mirata. L’igiene palpebrale con prodotti specifici detergenti e lenitivi da passare con un bastoncino di cotone lungo il bordo palpebrale (dove nascono le ciglia) superiore e inferiore almeno 1-2 volte alla settimana è un caposaldo del trattamento, perchè permette la rimozione meccanica dei detriti e delle sostanze tossiche presenti sul margine palpebrale. Esistono apposite maschere oculari per effettuare impacchi caldi sulle palpebre. L’utilizzo di sostituti lacrimali è indicato per supplire all’instabilità lacrimale spesso presente in tutti i tipi di blefariti. Integratori vegetali a base di olio di pesce hanno dimostrato una certa efficacia nella riduzione dell’infiammazione. Farmaci specifici possono essere necessari quando la blefarite si associa a congiuntiviti, calazi, infezioni batteriche.