Il diabete mellito è una delle malattie in assoluto più diffuse al mondo, con una prevalenza in continuo aumento. In Italia il 10% degli uomini e il 7% delle donne è affetto da diabete. Tra la popolazione di età compresa tra 65 e 74 anni il diabete colpisce il 20% degli uomini e il 15% delle donne. Il 12% delle donne in menopausa è diabetica.
La retinopatia diabetica rappresenta un’ importante complicanza microangiopatica del diabete mellito. Costituisce la principale causa di cecità legale negli individui di età compresa tra i 20 e i 65 anni di età nei paesi industrializzati. L’incidenza risulta correlata in maniera diretta con la qualità del controllo glicemico e soprattutto con la durata della malattia.
La retinopatia diabetica consiste in un danno a carico dei vasi sanguigni della retina e può presentarsi in due forme: la forma non proliferante e la forma proliferante.
Retinopatia diabetica non proliferante: in tale forma di retinopatia, i vasi retinici presentano aree di indebolimento, dilatazione delle pareti (microaneurismi) e possono sanguinare, con conseguente produzione di emorragie retiniche, edema e/o ischemia. L’edema è un accumulo di fluido che trasuda dalle pareti dei capillari alterati e che causa un rigonfiamento della retina, talvolta con accumulo di grassi e proteine (essudati duri). L’occlusione dei vasi capillari retinici causa carenza di ossigeno ai tessuti e provoca l’ischemia. La retina, ricevendo sangue in quantità insufficiente, non è in grado di funzionare correttamente.
Retinopatia diabetica proliferante: la forma proliferante si manifesta quando, a causa del danno ai capillari retinici e di aree estese di sofferenza retinica, la retina reagisce stimolando la crescita di nuovi vasi sanguigni anomali, nel tentativo di supplire alla ridotta ossigenazione. Questi vasi sanguigni presentano però anomalie: hanno pareti molto fragili, si moltiplicano sulla superficie della retina e tendono facilmente a sanguinare, dando luogo a emorragie vitreali e alla formazione di tessuto cicatriziale, il quale a sua volta può causare il raggrinzimento della retina o il distacco della retina trazionale.
Circa un terzo dei pazienti diabetici presenta una retinopatia diabetica e circa il 2% di essi sviluppa una forma grave di tale complicanza.

Tra i principali fattori di rischio connessi a una più rapida e aggressiva evoluzione della retinopatia diabetica vi sono: durata del diabete, assente o insufficiente controllo della glicemia e associazione con ipertensione arteriosa.
I sintomi:
Nella forma non proliferante, la sintomatologia può essere scarsa o nulla. Questo induce il paziente a non sottoporsi ai periodici controlli semestrali ponendo le basi per aggravamenti, del quadro clinico, successivi. Solo nei casi di edema maculare compare una più o meno severa diminuzione del visus. E’ importante, quindi, che tutti i pazienti diabetici si sottopongano ad una periodica, e scrupolosa, visita oculistica con esame del fondo oculare. Nella forma proliferante sono frequenti visione di miodesopsie (mosche volanti ) in caso di emorragie vitreali, una grave riduzione del visus, in caso di proliferazioni vascolari ed emorragie interessanti il polo posteriore, fino alla perdita di una o più porzioni del campo visivo, in caso di distacco di retina.
L’incidenza della retinopatia diabetica proliferante è del 30-50% nei pazienti insulino-dipendenti e del 10 % nei soggetti non insulino-dipendenti.

La diagnosi:
La retinopatia diabetica può essere diagnosticata durante la visita oculistica specialistica, con il supporto della fluorangiografia retinica, fondamentale per determinare le indicazioni al trattamento laser fotocoagulativo e per valutarne l’efficacia, e con l’OCT (tomografia a coerenza ottica) e angio-OCT, metodica non invasiva che consente di valutare l’edema maculare e di individuarne l’eventuale componente trazionale. L’angio-OCT offre una serie di vantaggi rispetto alla fluorangiografia, in quanto non è invasivo, permette di analizzare i plessi vascolari retinici separatamente, e produce immagini ad alta risoluzione che possono essere studiate applicando diverse analisi quantitative, impossibili con la sola fluorangiografia.


Il trattamento:
La prima forma di trattamento della retinopatia diabetica consiste nel miglior controllo possibile della glicemia, che va mantenuta su valori costanti evitando ampie oscillazioni verso valori elevati o verso le ipoglicemie. Il trattamento laser panfotocoagulativo (PRP) e il trattamento dell’edema maculare si sono rivelati efficaci nel ridurre significativamente (95%) il rischio di perdita visiva grave in corso di retinopatia diabetica. In caso di edema maculare di natura trazionale può essere indicata la vitrectomia via pars plana. L’iniezione intravitreale di farmaci corticosteroidi e anti-VEGF rappresenta una terapia di recente introduzione per la terapia dell’ edema maculare diffuso che non risponde alla fotocoagulazione laser o per coadiuvare la terapia laser.