La cataratta è una malattia che colpisce la lente cristallina dell’occhio, causandone la progressiva opacizzazione. Può colpire uno o entrambi gli occhi e si manifesta con sintomi quali: annebbiamento, colori sbiaditi, facilità di abbagliamento, sensazione di vedere come attraverso un vetro sporco che peggiora con la luce forte, talvolta visione sdoppiata.
La chirurgia è l’unica cura capace di ricreare la trasparenza necessaria a vedere bene.
L’operazione è necessaria perché non esistono terapie che possono guarire la cataratta e il mancato intervento comporta, in tempi variabili da soggetto a soggetto, la perdita pressoché totale della vista.
Il ritardato intervento rende più rischiosa la chirurgia.
La cataratta è normalmente legata all’età anche se può essere causata o accelerata da traumi, radiazioni, farmaci, interventi chirurgici oculari, o può essere congenita. La progressione della malattia e l’impatto che essa ha sulla vista variano a seconda della posizione dell’opacizzazione della lente cristallina.
L’INTERVENTO DI CATARATTA
La lente cristallina ha un rivestimento superficiale trasparente, chiamato capsula, che avvolge la carne che si ammala di cataratta.
Il chirurgo oculista può togliere la carne malata, con un lavoro chirurgico simile a quello che fa il dentista quando cura un dente.
Come il Dentista toglie la parte malata del dente e riempie poi lo spazio rimasto vuoto con un materiale adatto al dente, così il Chirurgo Oculista, toglie la carne malata all’interno della capsula della lente cristallina e riempie poi lo spazio rimasto vuoto con un materiale adatto alla lente stessa.
Il materiale di riempimento della lente cristallina operata è una lente fatta di materiale plastico morbido, comprimibile, biocompatibile, che non causa reazioni infiammatorie e non si altera col tempo.
QUANDO OPERARE
Il momento ideale per l’intervento viene deciso dal medico insieme al paziente. Molte persone scelgono di farsi operare quando si accorgono di difficoltà durante le normali attività quotidiane, come guidare l’automobile, guardare la TV, leggere, cucire, attraversare la strada, riconoscere il numero dell’autobus, oppure quando rimangono facilmente abbagliate nel contro-sole.
Il Chirurgo Oculista consiglia l’intervento quando evidenzia le difficoltà visive del paziente ed esse non sono più migliorabili con il cambio di lenti, e quando la lente cristallina è alterata in modo importante.
Rinviare l’intervento, rispetto al momento ideale, rende più difficile l’intervento e aumenta il rischio di gravi complicazioni durante o dopo l’intervento.
Esistono vari modi di operare la lente cristallina malata di cataratta. Nella maggior parte dei casi viene utilizzata la tecnica detta faco-emulsificazione.
Il Chirurgo Oculista apre il rivestimento della lente cristallina sulla sua faccia anteriore, poi usa una sonda a ultrasuoni per liquefare e aspirare la carne malata. Il legamento sospensorio della lente cristallina deve rimanere integro, così come la parte anteriore periferica e posteriore del rivestimento della lente cristallina. All’interno di questo stesso rivestimento viene poi inserita la lente intraoculare.
Il potere della lente intraoculare viene scelto in base alle caratteristiche dell’occhio operato e alla condizione ottica che si desidera ottenere dopo l’intervento. Il calcolo del potere della lente intraoculare viene eseguito da un computer dedicato sulla base della eco-biometria oculare effettuata nella visita pre-chirurgica.
L’intervento normalmente si esegue in anestesia locale e il paziente può andare a casa, accompagnato, subito dopo l’intervento. La terapia post-opertoria è in collirio.
OBIETTIVO DELL’INTERVENTO DI CATARATTA
L’intervento chirurgico ha come obiettivo la rimozione da dentro l’occhio del cristallino divenuto opaco e che non permette un’adeguata visione. La rimozione del cristallino causa la comparsa di un grande difetto visivo che viene compensato con l’impianto di una lente intraoculare artificiale. Grazie alla rimozione del cristallino naturale opaco e all’impianto della lente intraoculare artificiale è possibile ottenere un miglioramento della vista, se non sono presenti altre patologie oculari e se non si verificano eventi avversi perioperatori.
LIMITI DELL’INTERVENTO DI CATARATTA
L’intervento di cataratta non deve essere considerato un intervento a scopo riabilitativo, ma esclusivamente curativo.
Il cristallino artificiale è scelto per consentire la visione da lontano O da vicino perché ha una sola gradazione e non può quindi correggere entrambe le condizioni e non può correggere l’astigmatismo.
Esistono tuttavia anche altri tipi di cristallino artificiale che consentono la visione sia per lontano sia per vicino. Altri ancora consentono la correzione dell’astigmatismo. Sarà compito del chirurgo stabilire la scelta del tipo di cristallino artificiale più opportuna per ciascun paziente, spiegando quali sono i limiti e compromessi visivi che tali soluzioni comportano.
È importante ricordare, comunque, che l’intervento di cataratta non è un intervento rifrattivo (gli interventi rifrattivi sono quelli elettivamente indicati per la correzione dei difetti visivi). Pertanto, dopo l’intervento potrebbe residuare un difetto visivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo) per i limiti intrinseci delle tecniche di misurazione e calcolo del cristallino artificiale e per i limiti dei poteri stessi disponibili delle IOL.
Tale difetto residuo potrà essere opportunamente corretto utilizzando (nella maggior parte dei casi) gli occhiali. Quando non è possibile o quando il paziente lo richiede si può effettuare una ulteriore correzione utilizzando il LASER a ECCIMERI modellando la superficie corneale.