Alcune alterazioni dell’apparato visivo presenti nell’infanzia possono condizionare, anche in maniera notevole, lo sviluppo psicomotorio del bambino. L’individuazione precoce di queste alterazioni è fondamentale per permettere al bambino il recupero e il pieno sviluppo psicofisico e della funzione visiva.
Buona parte dell’azione di prevenzione è demandata a chi è contatto ogni giorno con i bambini: genitori, nonni, insegnanti, pediatri. Le cause che impediscono un buon sviluppo della funzione visiva vanno individuate e rimosse nel periodo di ‘apprendimento visivo’, cioè nei primissimi anni di vita, per conseguire i migliori risultati.
Quando effettuare una visita oculistica?
Generalmente viene effettuata una prima visita a tutti i neonati, con particolare riguardo ai soggetti ad alto rischio genetico e nei prematuri di basso peso, prima che vengano dimessi dai reparti di maternità. In seguito i controlli sono demandati all’iniziativa di pediatri e genitori.
Dato il progressivo sviluppo del sistema visivo, è consigliabile una visita tra il secondo e terzo anno di età, periodo che spesso coincide con l’ingresso alla Scuola Materna: il bambino presenta un discreto grado di collaborazione e il controllo di solito è mirato alla ricerca di eventuali difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo), di alterazioni della motilità oculare (strabismo, nistagmo) e dell’ambliopia o cosiddetto ‘occhio pigro’ (quando uno dei due occhi vede molto meno dell’altro e viene parzialmente escluso dalla visione). La tempestività diagnostica è fondamentale per permettere all’occhio di sviluppare il proprio potenziale visivo. E’ consigliabile anticipare il momento della visita oculistica nel caso in cui i genitori notino particolari comportamenti del bambino, quali lo strizzare gli occhi, la chiusura di un occhio, l’inclinazione o rotazione della testa, fastidio per luce intensa o sfregamento frequente degli occhi, arrossamento e lacrimazione, deviazione dello sguardo. Appare utile inoltre far eseguire visite precoci nel caso in cui uno o entrambi i genitori portino occhiali fin dall’età pediatrica o presentino patologie oculari genetiche ereditarie.
Sarebbe opportuno un controllo visivo a 5-6 anni di età, quando il bambino inizia il ciclo scolastico. In questo periodo risulta particolarmente importante il ruolo di genitori e insegnanti che devono essere vigili e non devono esitare a consultare gli esperti se il bambino ha difficoltà a vedere la lavagna, si stanca eccessivamente a leggere, si rifiuta di leggere, accusa un ritardo rispetto agli altri nella lettura, lamenta frequenti mal di testa.
Quali ‘segnali’ possono nascondere problemi di vista?
- Occhi arrossati
- Secrezione
- Fastidio alla luce
- Lacrimazione
- Strabismo
- Problemi palpebrali
- Anomalie della posizione della testa
- Anomalie del comportamento, quali sguardo assente, disinteresse, difficoltà o ritardo nel seguire gli oggetti in movimento, difficoltà nell’afferrare gli oggetti, cadute frequenti, difficoltà nell’evitare gli ostacoli, avvicinamento esagerato per guardare gli oggetti
E in età scolare, a cosa bisogna stare attenti?
- Eccessiva vicinanza al testo di lettura e al quaderno: la giusta distanza non deve essere inferiore a 25-30 cm.
- Posizioni scorrette: evitare posizioni che comportino una distanza dei due occhi asimmetrica rispetto al piano di lavoro.
- Luci abbaglianti o troppo scarse o posizionate erroneamente: l’illuminazione dovrebbe essere uniforme e occorre evitare che la testa e la mano del bambino proiettino la propria ombra all’interno del piano di lavoro.
- Lunga permanenza davanti a computer e TV: è opportuno riposare la vista regolarmente, non trascorrere interi pomeriggi di fronte a un video e mantenere una giusta distanza dal monitor (per la TV almeno 2-3 metri).